Il Progetto

Lettera al Presidente EU

La petizione

Corri per il Sarno

Il Progetto

L’opera sarà comunitaria e connettiva portando QR CODE su gli elementi, o semplicemente sui muri e portanti dei ponti.

L’idea è di connettere tutti ponti sopra il fiume Sarno, con elementi creati dagli studenti, tipo tasselli, mattone, carte, legno, intanto materiali poco costosi. Ogni studente può prendere la responsabilità di raccontare un elemento della storia del Sarno, documenti antichi, discussioni comunali su come risanarlo. Poi si può aggiungere tematiche sulla simbolica dei fiumi, sulla acqua e vita, su la felicità regionale, urbana, fluviale e così via.

Lasciando questo progetto all’iniziativa degli studenti e dei loro professori.

Ogni ponte avrà la sua storia.

Il passaggio dell’informazione simula la fluidità del fiume.

Il valore simbolico è chiaro e forte.

Al Presidente del Parlamento europeo On. David Maria Sassoli

Lettera presentata il 4/4/2019 al Presidente del Parlamento Tajani e al Direttore Generale Daniel Calleja Crespo e agli otto europarlamentari campani, socializzata e condivisa dalle 72 istituzioni aderenti all’iniziativa da allegare alla petizione

Signor Presidente,
ci pregiamo di scriverLe la presente lettera, a nome dei 4 istituti superiori che frequentiamo e delle 50 Istituzioni Scolastiche che hanno aderito all’iniziativa, nella consapevolezza di trovare condivisione tra i cittadini, le associazioni, le strutture di rappresentanza organizzate e le parrocchie del territorio vesuviano, per esprimerLe il nostro forte desiderio di impegnarci a difesa dell’ambiente e dare, nel nostro piccolo, un seguito alla grande mobilitazione realizzata in tutto il mondo grazie alla “provocazione” di Greta Thunberg.
L’eroina svedese con il suo atteggiamento e il suo temperamento ci ha ricordato uno dei testi più intensi di Pierangelo Bertoli, che non smise mai di far sentire la sua voce sulle tematiche ambientali, elevando il suo grido di indignazione contro il “freddo interesse alla vita”:

E l’acqua si riempie di schiuma, il cielo di fumi
La chimica lebbra distrugge la vita nei fiumi
Uccelli che volano a stento, malati di morte
Il freddo interesse alla vita ha sbarrato le porte
Un’isola intera ha trovato nel mare una tomba
Il falso progresso ha voluto provare una bomba
Una pioggia che toglie la sete alla terra, che è viva
Invece le porta la morte, perché è radioattiva
(P. Bertoli, da “Eppure soffia”)

Il nostro sogno è quello di ridare “la vita alla Vita che vita dà”, perché vogliamo far rinascere il nostro fiume, il Sarno che è stato letteralmente ucciso dal degrado, dall’incuria, dall’inquinamento incontrollato, dall’inadeguatezza degli interventi atti a ripristinare questo bene comune.
Come è possibile che un corso d’acqua, sinonimo di vita e di prosperità (si pensi solo al fatto che le prime civiltà sono sorte lungo le sue rive), sia diventato invece una sorgente di morte? Quasi tutte le forme di vita che lo abitavano si sono estinte; si ritiene che alcune specie, come le rane, abbiano subito mutazioni genetiche; ma soprattutto negli ultimi anni si è assistito a un aumento, tra gli abitanti del bacino idrografico, di diverse malattie, da quelle cardio-respiratorie a quelle tumorali. È inaccettabile che la mortalità per cancro in questa regione raggiunga livelli molto più alti rispetto a quelli della media nazionale.
Un’ampia gamma di sostanze tossiche – cadmio, piombo, rame, nichel, vanadio, arsenico, zinco, manganese, ferro, pesticidi, rifiuti organici e addirittura cocaina – ha invaso il Sarno, corrompendone la “mitica” purezza, inquinandone le acque al punto tale che nessuna attività umana è più possibile lungo il suo corso, ammorbando l’aria che ne assorbe la putredine, e costringendo gli abitanti del luogo a bere “l’aura molesta” (G. Parini, da “La salubrità dell’aria”), e ha trasformato una zona floridissima, un territorio di oltre 500 km2, con una popolazione di circa 1.200.000 abitanti, nel “pentagono della morte”.

Oggi purtroppo il Sarno è tristemente noto come il fiume più inquinato d’Europa. Una situazione così disastrosa è frutto di tante scelleratezze umane: gli sversamenti delle industrie, in particolare quelle conciarie e quelle che si occupano della produzione dei famosi pomodori di San Marzano, i cui scarti danno al fiume un colore rosso, in taluni periodi dell’anno, tanto da farlo soprannominare “Rio Pomodoro”; le isole di plastica che hanno formato dei veri e propri tappi lungo il corso del fiume e che rischiano di essere trasportati a mare; lo scarico diretto di liquami, a causa dell’inefficienza dei sistemi fognari di molti comuni del territorio; l’incapacità amministrativa.
“Stolto! e mirar non vuoi/ ne’comun danni i tuoi?” (G. Parini, da “La salubrità dell’aria”): è questa la frase che sentiamo di dire a tutti coloro che continuano a perpetrare questo scempio. È inutile nascondersi: la natura del problema a cui assistiamo è eminentemente culturale e sistemica. Ma, soprattutto noi giovani vogliamo che la situazione cambi, e al più presto, vogliamo assumere un ruolo attivo come protagonisti del rilancio di quest’area ricca di energie e risorse. Auspichiamo, quindi, che si possa realizzare un vero e proprio coordinamento tra l’azione dei cittadini e le iniziative degli enti preposti a realizzare significativi interventi di bonifica del fiume. Chiediamo, perciò, il sostegno dell’Europa, che riteniamo decisivo per cambiare le cose.
In questi anni ci siamo impegnati in molteplici attività a difesa del territorio.
Ora è la volta del Sarno, un compito fondamentale: salvarlo non significa solo salvare
l’ecosistema e l’economia di un territorio, non significa solo salvare la vita di tante persone e di tante specie animali, ma anche un immenso patrimonio storico e culturale. Parliamo di un corso d’acqua che veniva già citato dal celebre geografo Strabone e che per la sua importanza per le popolazioni locali veniva venerato come un dio, rappresentato come un vecchio con la barba, seminudo, disteso su un fianco e circondato da piante fluviali nell’atto di reggere un vaso da cui sgorga acqua. La cosiddetta “Venezia del Sud”, “La Longola”, un villaggio dell’età del bronzo costituito da un insieme di isolotti creati dall’opera dell’uomo che anticamente ha modificato l’ambiente palustre attraverso imponenti interventi di canalizzazione.
Ci appelliamo pertanto ai principi di tutela dell’ambiente, in particolare a quelli richiamati all’articolo 191 del Trattato dell’Unione Europea, che persegue, tra gli altri, gli obiettivi della protezione della salute umana.
Insieme con i dirigenti scolastici, i sindaci, i parroci e i rappresentanti delle varie associazioni locali dei 33 comuni interessati terremo una grande manifestazione, venerdì 7 giugno 2019, a cui con la presente La invitiamo a partecipare, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema dell’inquinamento del Sarno e spendere le risorse già stanziate in passato nell’ambito dei Grandi Progetti volte alla realizzazione di interventi di bonifica.

Confidiamo nell’aiuto che ci verrà dato a sostegno della nostra iniziativa.

RingraziandoLa anticipatamente per l’attenzione, Le porgiamo distinti saluti.

Petizione popolare di sensibilizzazione per il disinquinamento del bacino idrografico del fiume Sarno.

I sottoscritti studenti, dirigenti scolastici, personale docente e ATA, genitori delle sessanta istituzioni scolastiche aderenti all’iniziativa, con i sindaci, i presidenti delle associazioni, i parroci e cittadini firmatari

PRESENTANO 

alla S.V. Ill.ma, la presente petizione di “Sensibilizzazione sul tema del fiume Sarno” nell’area vasta della Regione Campania, affinché venga data risposta in tempi brevi da parte delle Alte e Locali Autorità pubbliche di cui a margine.

In luogo dell’art. 227 del Trattato di funzionamento dell’Unione Europea, dell’art. 50 della Costituzione della Repubblica Italiana che regolamentano e riconoscono lo strumento della petizione per richiedere l’attenzione a comuni necessità.

CHIEDONO

a tutte le Ill.me Autorità europee, nazionali, regionali e locali, per la loro competenza, quanto segue:

E’ ASSOLUTAMENTE TEMPO DI INTERVENIRE

dunque, si chiede soccorso e pronte decisioni alle Alte Autorità nazionali ed internazionali, senza minimamente escludere quelle locali, affinché il fiume Sarno e l’intero suo bacino possano essere seriamente bonificati facendoli  rinascere e con essi anche lo sviluppo di attività imprenditoriali “pulite” (agricole, commerciali ed industriali).

Inoltre, si chiede di rilanciare quest’area proteggendo la salute dei cittadini e tutte le forme di vita, salvaguardando e migliorando l’ecosistema, l’economia e l’immenso patrimonio storico e culturale del territorio.

La presente petizione vuole pure sensibilizzare le stesse Autorità destinatarie a stanziare, nei rispettivi loro bilanci, appositi fondi pubblici e/o agevolazioni (zone franche da imposte e contributi previdenziali ed assistenziali) per chi istituisce nuove imprese oppure le ingrandisce. Oppure, ancora, la creazione di joint venture pubblico-privato.

Con sentita fiducia.

il fiume Sarno è lungo circa 26 km e il suo bacino idrografico comprende 39 comuni e tre province (Napoli, Salerno ed Avellino), la cui popolazione assomma complessivamente a circa 1.200.000 abitanti
il fiume non nasce inquinato, ma subisce le aggressioni delle carenze del sistema fognario-depurativo che non copre tutti gli insediamenti abitativi, dell’agricoltura che usa fertilizzanti chimici e fitofarmaci, dell’industria che non tratta adeguatamente i propri scarichi idrici
il disinquinamento del fiume Sarno, iniziato con il Progetto Speciale di risanamento dell’intero Golfo di Napoli nel 1973, è una storia che, a più di quaranta anni di distanza, nonostante le continue attenzioni riservate ad essa dalle istituzioni, non è ancora giunta ad una conclusione
i punti di crisi da affrontare sono stati e sono molteplici; dalla realizzazione del sistema depurativo Alto Sarno, dalla costruzione degli impianti di depurazione e reti di collettori Medio Sarno, all’attività di dragaggio dei corsi d’acqua nonché di sistemazione idraulica ed, infine, al completamento delle reti fognarie
gli abitanti del bacino del Sarno vivono una pericolosa crisi, anche di natura sanitaria, in quanto il fiume medesimo è stato segnalato tra i 20 fiumi più inquinati del mondo durante i lavori della conferenza sui fiumi meno salubri del pianeta, tenutasi a New York nel 2018, classificandosi al sesto posto per livello di inquinamento

Corri per il Sarno

La manifestazione sportiva è organizzata nell’ambito delle iniziative a favore del risanamento del Bacino del Sarno e del disinquinamento del golfo di Napoli.

La partenza è prevista alle ore 8,30 da piazza Municipio a Sarno. Si proseguirà per San Valentino Torio, San Marzano sul Sarno, Scafati, Pompei e Torre Annunziata. La manifestazione si concluderà in località RoviglianoTorre Annunziata presso la foce del Sarno (Villaggio del Fanciullo).

Gli atleti correranno dietro la fiaccola olimpica e l’ampolla d’acqua raccolta presso la sorgente del Fiume Sarno; saranno accompagnati lungo il percorso da rappresentanze di alunni degli istituti scolastici, ognuna nel tratto del proprio comune.

I promotori

Le comunita’ di 70 istituzioni scolastiche – i sindaci – i parroci – i presidenti delle associazioni – i firmatari della petizione per la bonifica del fiume sarno.

Convenzione FIDAL

Possono partecipare tutti gli atleti e le atlete appartenenti a società affiliate   alla F.I.D.A.L., gli atleti muniti di tesserino di Enti di Promozione sportiva, che hanno sottoscritto la convenzione FIDAL, tessera RUN CARD FIDAL, in regola con il tesseramento 2019 e con le norme di legge che regolano la tutela sanitaria dell’attività sportiva.

Ulteriori partenze

Sono previste anche partenze dai Cantieri di Castellammare di Stabia, nei pressi del centro MEDI, per i partecipanti residenti da Sorrento a Castellammare di Stabia, e dal porto di Torre Annunziata, da via R. D’Angiò, dalla rotonda che immette sul lungomare di Oplonti, per i partecipanti di Torre Annunziata e comuni limitrofi.